Migliorare l’efficacia depurativa e adeguare l’impianto alle prescrizioni indicate dalla Città Metropolitana di Milano, sul cui territorio sono scaricate le acque “ripulite”.
Sono questi gli obiettivi dei lavori di revamping già avviati al depuratore di Sant’Antonino Ticino (Lonate Pozzolo) per una cifra complessiva di investimento di 3,2 milioni di euro e che prevedono interventi su varie sezioni. Uno dei più rilevanti, già concluso, ha riguardato la sostituzione dei cosiddetti “piattelli” nelle vasche di ossidazione del III lotto dell’impianto. Si tratta, in pratica, dei diffusori d’aria posti sul fondo e che hanno il compito di “ossigenare” i reflui presenti all’interno permettendo ai batteri – più propriamente chiamati fanghi attivi o biomassa – di poter svolgere il proprio lavoro: nutrirsi delle sostanze inquinanti (ammoniaca e composti organici, in particolare), eliminandole.
I lavori sono durati circa otto mesi in quanto è stato necessario svuotare e pulire le vasche, rimuovere le tubazioni ammalorate e i vecchi piattelli sostituendoli con i nuovi, effettuare il collaudo per verificare che tutto funzionasse al meglio.
“Questi lavori hanno una doppia valenza positiva – spiega Lorenzo Rivolta, l’ingegnere di Alfa che ha seguito le opere – perché garantisce un miglioramento della qualità del refluo trattato, cioè permette di scaricare acqua più pulita in ambiente, e allo stesso tempo permette anche un rilevante risparmio energetico“.
L’impianto è il più grande della provincia, ma anche tra i più datati. Realizzato a metà degli Anni Ottanta del secolo scorso, ha una potenzialità di 450.000 abitanti equivalenti e tratta ogni giorno oltre 100mila metri cubi di reflui fognari. Serve ben 26 comuni – tra i quali Busto Arsizio e Gallarate – oltre all’aeroporto di Malpensa, per una popolazione di oltre 370.000 persone.