Se fino agli Anni Ottanta la piovosità a Varese è stata tra le più alte d’Italia, con oltre 1500 mm di media all’anno, negli ultimi decenni tale valore si è piuttosto ridotto. Quota record quella registrata lo scorso anno, con una media di 780 mm.
Piove meno, dunque. E la lunga siccità che abbiamo vissuto fino allo scorso inverno ce lo ha dimostrato. Ma non solo: nella nostra provincia fa anche più caldo. Se rispetto all’era preindustriale la temperatura sulla superficie del pianeta è aumentata di circa 1 grado, sul nostro territorio ha subito un incremento di due gradi. Potrebbero sembrare piccoli numeri, ma nei fatti significano una crescita significativa del calore accumulato.
Gli ultimi otto anni sono stati i più bollenti registrati nella storia e il numero di eventi climatici estremi ha toccato il suo picco: “In altre parole, la crisi climatica è tra noi“, dice il Colonnello Mario Giuliacci.
LE CONSEGUENZE
Le tempeste improvvise, i lunghi periodi di siccità e le ondate di caldo estremo causeranno in modo sempre più massiccio una riduzione dei raccolti agricoli. Le colture più fragili e che meno saranno capaci di adattarsi non avranno più le condizioni ideali affinché il proprio ciclo produttivo si compia.
Alcuni alimenti potrebbero perfino scomparire del tutto dalle nostre tavole. Ad esempio, il cacao: una pianta già di per sé delicata e che poco resiste ai cambi repentini di umidità e alla siccità. Ma pensiamo anche (e soprattutto) ai beni di prima necessità: nel mondo le scorte di grano si stanno riducendo e anche la produzione del riso cala costantemente.
Stesso destino per fiumi e laghi: le acque sempre più calde ospitano nuove specie, ma favoriscono anche le migrazioni o la morte di specie autoctone.