Soffrono, ma per riuscire a dare un nome alla loro patologia devono spesso aspettare anni, vivendo un vero e proprio calvario. In Italia sono più di due milioni le persone affette da una malattia rara. E circa 100 mila sono quelle ancora senza una diagnosi precisa.
A raccontarci la sua storia è Monica Moranzoni, da poco assunta in Alfa. Lei il nome del mostro contro cui combatte lo conosce: si tratta della Miastenia Grave, una patologia autoimmune che compromette la comunicazione tra nervi e muscoli.
“Questa malattia ha cambiato la mia vita”, dice. “Seppur sia stato difficile accettarlo, ho dovuto iniziare a rispettare il mio corpo e i suoi nuovi limiti. Ho capito che non potevo più sostenere i ritmi di prima. Nello sport, nella vita privata, nel lavoro”.
E così, con una nuova consapevolezza, lo scorso anno Monica ha deciso di partecipare alla Diversity Week: quasi per gioco, si è iscritta all’iniziativa on-line, ha seguito gli incontri e ha inviato la sua candidatura.
“Per me è stato un nuovo inizio. Prima di tutto perché ho abbandonato ogni paura e ho gridato al mondo (e anche a me stessa) tutte le mie debolezze. Senza vergogna. E poi, perché grazie a questa esperienza formativa ho potuto conoscere Alfa, l’azienda per la quale ora lavoro, con orgoglio e soddisfazione. Ho capito che la mia malattia non è un ostacolo. E che – pur consapevole delle mie fragilità – potrò crescere in azienda, imparando nuove nozioni e migliorando le mie competenze”:
“Consiglio a tutti coloro che vivono una disabilità di cogliere questa occasione: il primo limite dobbiamo superarlo noi, nella nostra testa. E partecipare ad eventi come questo permette di capire che il mondo del lavoro è pronto ad accoglierci. E ci riserva un milione di opportunità” – conclude Monica.