Benedetta (e non maledetta) primavera! Ma certamente non basta: la pioggia caduta durante tutto maggio (che possiamo definire un mese bagnato, soprattutto se confrontato con quelli precedenti) ha certamente risollevato una situazione assai critica, ma non puo’ essere considerata sufficiente per dichiarare finita l’emergenza.
Un’emergenza che, oltretutto, non riguarda solo il Nord Italia: le alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna ne sono una conferma. Qui, infatti, l’acqua ha mostrato tutta la sua forza, rompendo gli argini dei fiumi, allagando intere città e seminando paura e morti.
Dall’inizio dell’anno ad oggi, la crisi climatica ha già causato in Italia una settantina di eventi estremi, provocati proprio da piogge intense, alluvioni e siccità. Si tratta di un unico pericoloso fenomeno che merita un’attenzione costante. Non si può pensare di agire soltanto in un’ottica emergenziale, portando soccorso alle zone colpite dai disastri ambientali. Bisogna invece programmare – prevedere – anticipare gli eventi. E cambiare marcia! Per ascoltare la natura e rispettarla. Solo così potremo proteggere noi stessi e garantire un futuro migliore ai nostri figli e al nostro pianeta.
ALFA IN AZIONE
Alfa lo sa bene, e non sta certo con le mani in mano: sono diversi i lavori in fase di conclusione nei comuni messi letteralmente in ginocchio dalla siccità dello scorso anno.
1 milione di euro l’importo stanziato, una decina i cantieri avviati e che verranno tutti conclusi entro la fine di giugno.
“I lavori si stanno concentrando al nord della provincia, dove i cittadini si servono direttamente dalle sorgenti, ridotte ai minimi storici dalle scarse precipitazioni dei mesi passati”, commenta il presidente Paolo Mazzucchelli.
E se per raccontare tutto il lavoro svolto fino ad oggi ci vorrebbero ore, proviamo a presentare gli interventi più significativi già portati a termine.
MONTEGRINO VALTRAVAGLIA
A Montegrino Valtravaglia, tra i comuni sicuramente più colpiti dalla carenza idrica durante il 2022, Alfa è scesa in campo con un intervento dal valore di 80 mila euro volto a garantire la rimessa a nuovo del serbatoio di Bosco Basso.
Nei fatti, i lavori hanno consentito il rifacimento dell’impermeabilizzazione del serbatoio, per evitare che l’acqua continuasse ad essere dispersa a causa delle perdite, come purtroppo è avvenuto negli ultimi anni.
Ricordiamo che Montegrino, servito esclusivamente da una ventina di fonti sorgive, è tra i comuni che lo scorso anno hanno maggiormente patito gli effetti della siccità: a giugno e luglio, in particolare, il comune (soprattutto la frazione di Bosco) è rimasto a secco. Indispensabile l’arrivo delle autobotti, che hanno prontamente rifornito l’acquedotto.
CADEGLIANO VICONAGO
E passiamo a Cadegliano Viconago, altro comune critico e costantemente tenuto sotto controllo. L’arrivo della bella stagione – infatti – comporta la riapertura delle case di villeggiatura, con un conseguente aumento dei consumi di acqua.
Alfa è quindi prontamente intervenuta e – per scongiurare il ripetersi dei disagi che si sono verificati lo scorso anno, soprattutto con l’intensificarsi dei turisti – a Viconago ha eliminato e sostituito 70 metri di tubazione ormai usurata, con il conseguente recupero giornaliero di circa 1/3 del fabbisogno degli abitanti della frazione.
CUASSO AL MONTE
Si chiama “Arcisate”, anche se è sul territorio di Cuasso al Monte. È una sorgente che, pur vicina alla frazione Alpe Tedesco, non ha mai rifornito il suo sistema acquedottistico. Ora, grazie ai lavori eseguiti da Alfa per un importo complessivo di 300 mila euro, è invece collegata alla piccola località che lo scorso anno ha subito pesantemente le conseguenze della siccità.
“Oltre alle tubazioni, l’intervento prevede l’ampliamento della casetta che ospita la sorgente e l’installazione di due nuove pompe, di un inverter e dei misuratori di livello per tenere costantemente monitorati i prelievi. Questi sistemi di controllo permetteranno di ottimizzare le quantità d’acqua da distribuire, senza creare disagi alle altre località allacciate alla sorgente, garantendo acqua potabile a sufficienza per l’Alpe Tedesco anche in situazioni di carenza idrica”, spiega l’ingegner Beatrice Donizetti, responsabile settore acquedotto Area Tecnica di Alfa.
GRANTOLA
Prima era utilizzato solo in casi d’emergenza, quando l’acqua non bastava per tutti. Ma era necessaria un’ordinanza comunale che avvisava i cittadini della necessità di far bollire l’acqua del rubinetto prima degli usi alimentari, a causa dei livelli di ferro e manganese un po’ sopra la soglia consentita dalla normativa. Oggi non è più così: grazie ad un revamping completo finanziato da Alfa, il pozzo Mignani di Grantola è entrato a far parte a tutti gli effetti della rete comunale di distribuzione dell’acqua potabile, senza più limitazioni.
La portata del pozzo Mignani è di circa 5 litri al secondo, che possono sembrare pochi, ma che in realtà sono quasi il doppio del fabbisogno totale medio dell’intera Grantola. Tanto che Alfa sta pensando di realizzare in futuro un’interconnessione con l’acquedotto di Montegrino Valtravaglia, come spiegavamo prima, paese colpito in misura ancora più pesante dalla siccità dell’estate scorsa.
SI SCALDANO I MOTORI (DELLE AUTOBOTTI)
“Non possiamo conoscere in anticipo quali saranno le zone che davvero patiranno maggiormente l’assenza di precipitazioni”, conclude Federico Colombo, responsabile efficientamento reti di Alfa. “Per tale ragione, ci siamo dotati di una autobotte di piccole dimensioni, capace quindi di raggiungere anche le zone più impervie. Questo mezzo ci darà la possibilità di intervenire durante le emergenze in modo autonomo e veloce, evitando di lasciare i cittadini senza acqua potabile”.
E non è tutto: finalizzato il noleggio di altre due autobotti (di dimensioni maggiori) con conducente. Questi mezzi verranno ovviamente utilizzati all’occorrenza e permetteranno in tempi rapidi il trasporto di grossi quantitativi di acqua.