Troppa acqua in poco tempo da una parte, siccità dall’altra. Conseguenze meteorologiche opposte, ma che secondo gli esperti hanno un comune denominatore: il cambiamento climatico.
Due anni di siccità estrema in Pianura Padana hanno reso i campi poco permeabili, non in grado di assorbire le fitte e violente precipitazioni a cui ormai ci stiamo abituando.
Negli ultimi 30 anni, d’altro canto, la disponibilità idrica nel nostro Paese è diminuita del 20%. Una riduzione dovuta non solo alla minore frequenza delle precipitazioni, ma anche all’incremento dell’evaporazione. Un calo che determina conseguenze pesanti per il settore agricolo.
Gli impatti diretti riguardano prima di tutto la cadenza dei raccolti, lo spostamento delle aree coltivate, la perdita di suolo, l’apporto idrico e la metodologia di irrigazione. Oltre a tutto questo, gli effetti sull’agricoltura comportano danni economici e sociali, poiché influenzano la qualità e la quantità della frutta e della verdura disponibili e il loro prezzo.
Ma come si possono mitigare le conseguenze del cambiamento climatico? Aumentando la sostenibilità della produzione agricola, attraverso azioni di miglioramento della gestione dell’acqua e del suolo e con attività volte alla difesa della biodiversità.
Ce ne parla in modo approfondito il Colonnello Mario Giuliacci, aiutandoci ad immaginare il futuro che verrà.
Immagine Freepik